poesia-2023 - HelenClubBonsai

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Una poesia da parte di un amico...
Shaia. Bonsai.

Un giorno di ... non si sa quale anno o secolo, spuntò da un angolo di un giardino
abbandonato una piccola piantina. All'apparenza sembrava debole e insicura, ma ben
presto crebbe forte e possente. Attraverso le proprie radici riusciva a nutrirsi di quel
poco che una terra abbandonata a sé stessa potesse offrire. Il tempo passava, ma il
giardino rimaneva abbandonato poiché nessuno aveva avuto più il coraggio di
avvicinarsi. Sembrava quasi fosse stato emarginato. Shaia si rattristò al solo pensiero.
Si chiuse in sé stessa, e mentre tutto intorno appariva più grande, per lei fu deleterio.
“Povera me. Povera me” continuava a disperarsi.

“Nessuno mai mi verrà in aiuto”.

Si vedeva piccola, una pianta che non era cresciuta come avrebbe dovuto essere. La
sua disperazione era tale da farla piangere e nutrirsi con le stesse proprie lacrime.
Passarono giorni o forse mesi poiché si trovò immersa in una nevicata di infiniti
granelli bianchi. Le proprie piccole foglioline iniziarono a cambiare colore: da verde
intenso a giallo luminoso. Si sorprese di quella sua mutazione, poiché non si era mai
vista così diversa, ma così elettrica.  Ben presto si accorse che con l’elettricità che
possedeva, poteva cambiare il proprio aspetto semplicemente desiderandolo. La sua
vita cambiò letteralmente. Iniziò così un bellissimo viaggio dove poteva comunicare
con gli umani. Il suo pensiero passò oltre il giardino fino a un paese dove uomini e
donne si curavano soltanto dei propri simili trascurando quelli affetti da problemi di
crescita. Riuscì a comunicare con una bambina e convincerla a passare da lì nel
giardino abbandonato. In poco tempo se la trovò davanti e iniziarono a comunicare. A
quella bambina piacevano moltissimo le piante, ma la sua statura non le permetteva
di affezionarsi a quelle grandi ed era sempre triste. Shaia prese coraggio e si rivolse a
lei con estrema gentilezza:
“Ciao bella bimba. Perché sei triste?”

La bambina incredula per aver ricevuto una tale attenzione, s’illuminò nello sguardo
e fissando la pianta mormorò:
“Sembro una bambina, ma in realtà sono già una ragazza. Non sono cresciuta più di
così e spesso chi mi vede mi deride. Vorrei avere anch'io un'amica che mi sappia
accettare così come sono”.

Shaia l’ascoltava attentamente e con voce rassicurante le disse:
“Io posso essere tua amica se lo vorrai”.
“Ne sarei felicissima!” Rispose la bambina poi aggiunse:
“Vieni a vivere con me, ti prometto che avrò cura e non ti farò mancare nulla”.

Shaia accettò di buon cuore. Anche lei non si preoccupò più di essere una pianta
grande, ma piccola di statura, poiché la grandezza l'aveva ricevuta conoscendo quella
bambina di nome Speranza.
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